sabato 9 aprile 2011

Complotto, doppio complotto e controcomplotto

Dura la vita del complottista.

In quest’epoca malata diffidare dalla verità ufficiale diventa una virtù. Nel millennio dell’informazione non ci si può più attenere alle notizie dei quotidiani, dei telegiornali, delle radio, del web, del televideo. È tutto uno sporco gioco di interessi. Sfogli il Giornale e la Repubblica e trovi le stesse identiche notizie, seppur poste in ottica completamente opposta.
Ma qual è la verità?
Possibile che la realtà oggettiva possa scindersi in più realtà soggettive creando infiniti universi paralleli? Più leggo e più sono assalito dai dubbi. Le Torri Gemelle? Ma chi le ha fatte crollare? Bin Laden esiste davvero, o è un ologramma? Perché quegli ebrei non sono andati a lavoro l’11 settembre? Ti sembra plausibile che gli americani si bombardino da soli? Hanno dimostrato fisicamente che un aereo non può far crollare un grattacielo, eppure… Beppe Grillo? È buono o cattivo? E Casaleggio? E Travaglio? Perché questi personaggi tacciono su banche e signoraggio? De Magistris? L’ex magistrato si è dato alla politica e ha litigato furiosamente con Grillo. Allora uno dei due mente. Per forza. Obama? Il primo presidente negro come ha racimolato i soldi per una campagna elettorale di un anno e mezzo? È vero che prima faceva rap? Era nella Scull & Bones? E il Bilderberg? E Di Pietro? Da eroe di tangentopoli a federalista convinto? E i rettiliani di David Icke? E Zeitgeist?
Io credo solo al primo e fino al minuto 4.15 della sesta puntata del secondo, poi basta. Il terzo non l’ho nemmeno visto. È tutta una manovra della Siemens. All’inizio tutti sembrano aver ragione e poi sembrano trasformarsi in grandi truffatori. A volte penso che quando questi personaggi diventano troppo famosi vengono comprati per confondere le idee ai loro seguaci. Altre volte penso che sono proprio un coglione a leggere tutte queste sciocchezze. Vado in edicola pieno di pensieri, resto imbambolato davanti la vetrinetta, indeciso se prendere la Repubblica o il Giornale. A chi darò il mio euro? Chi dirà il vero? È una scelta difficile, ho bisogno di tempo. Il giornalaio mi sorride beffardo dall’alto della sua pedana… Lui sa. Nei suoi occhi brilla uno sguardo di sfida, lui mi valuta. Lui è il giudice severo della mia coscienza. Non posso deluderlo. Giornale-Repubblica, Repubblica-Giornale. Basta, ho deciso. Con un gesto risoluto, quasi teatrale, compro Topolino.
N.B. fonte www.camminandoscalzi.it

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